Cos’è l’Industria 4.0 e perché tutti ne parlano? Nonostante se ne senta parlare da anni, non sempre è facile trovare una definizione corretta del term
Cos’è l’Industria 4.0 e perché tutti ne parlano? Nonostante se ne senta parlare da anni, non sempre è facile trovare una definizione corretta del termine Industria 4.0, anche quarta rivoluzione industriale, e comprenderne le implicazioni per imprese, lavoratori e consumatori.
Si tratta di una trasformazione che non riguarda solamente le c.d. Big Tech statunitensi, vale a dire Apple, Microsoft, Amazon, Meta e Google e che può portare molti vantaggi anche alle realtà economiche più piccole, grazie ai modelli di produzione sempre più automatizzati e meno legati all’intervento umano.
In Italia la quarta rivoluzione industriale ha attirato l’attenzione delle istituzioni che nel corso della XVII legislatura (2013-2018) hanno varato il primo Piano Nazionale sull’industria 4.0 (2016), più volte modificato e revisionato negli ultimi anni.
Industria 4.0: definizione della quarta rivoluzione industriale
Il termine «Industria 4.0» è stato usato per la prima volta durante la Fiera di Hannover (Germania settentrionale) del 2011, e due anni dopo un team di ricercatori presentò un rapporto molto dettagliato sulle connotazioni specifiche dell’industria 4.0, conosciuta anche come «quarta rivoluzione industriale». Per comprendere meglio di cosa si tratta, è importante partire dalle tappe dello sviluppo industriale:
- prima rivoluzione industriale (1784): la produzione viene meccanizzata grazie all’utilizzo delle prime macchine a vapore, realizzate dall’inventore britannico James Watt (1736-1819);
- seconda rivoluzione industriale (1870): prende sempre più piede la produzione di massa, sostenuta dall’uso intensivo di elettricità e del petrolio, che diventa progressivamente la fonte energetica primaria per l’industria;
- terza rivoluzione industriale (1970): la diffusione dei primi strumenti informatici aumenta il livello di automazione dei processi produttivi e amministrativi;
Convenzionalmente si tende a identificare i seguenti elementi come parte dell’industria 4.0:
- Tecnologia 5G;
- Macchinari dotati di intelligenza artificiale;
- Visori per la realtà aumentata;
- Software di simulazione virtuale;
- Spazi di archiviazione in cloud;
- Software per l’analisi dei Big Data;
- Elevati sistemi di sicurezza informatica;
Industria 4.0: come saranno le fabbriche del futuro?
Un prototipo di fabbrica 4.0 è composta da macchinari interconnessi tra loro, capaci di scambiarsi informazioni in maniera autonoma e identificare eventuali opere di manutenzione preventiva. Stando alle stime eseguite da numerose società di ricerca, in futuro la manutenzione eseguita dai macchinari sarà qualitativamente e quantitativamente più efficiente rispetto a quella svolta dagli esseri umani, in aggiunta, i lavori per l’ammodernamento dei macchinari richiederanno molto meno tempo.
La condivisione dello spazio di lavoro tra esseri umani e macchine, e l’utilizzo di strumenti IoT, consentirà a quest’ultime di apprendere autonomamente. Secondo le analisi di scenario presentate dagli esperti, l’apprendimento dei robot non si limiterà solamente all’esecuzione d’interventi di manutenzione o di fabbricazione in serie, ma potrebbe riguardare anche la personalizzazione dei prodotti sulla base delle informazioni fornite direttamente o indirettamente dal cliente finale. In quest’ottica, le tecnologie dell’industria 4.0 si rivelano funzionali anche al Customer relationship management (Crm), vale a dire l’insieme di attività che aiutano l’impresa a mantenere relazioni stabili con la clientela, con il fine di aumentare la redditività; fornire prodotti o servizi che rispondono a esigenze specifiche del singolo cliente è una buona carta da giocare, se si desidera fidelizzarlo.
I vantaggi dell’Industria 4.0 per le imprese
Alla luce di quanto riportato, è possibile sintetizzare in pochi punti tutti i vantaggi che l’industria 4.0 è in grado di apportare alle imprese:
- aumento della produttività, grazie ai minori tempi per «la sistemazione» (nota anche come «setup») dei macchinari;
- riduzione dei tempi di comunicazione tra reparti produttivi, in quanto tutte le informazioni sono disponibili e trasmissibili in tempo reale;
- riduzione dei guasti o rallentamenti imputabili all’errore umano, dato che molti processi saranno gestiti quasi esclusivamente dalle macchine;
- aumento della velocità di produzione in serie;
- riduzione della percentuale di materiali scartati nel corso dei processi produttivi, grazie al monitoraggio eseguito in tempo reale;
- aumento della flessibilità di produzione;
- aumento della competitività del prodotto finale, grazie al supporto tecnologico offerto dall’IoT;
In conclusione, si potrebbe affermare che tutti questi punti possono essere riassunti nella frase «produrre di più, spendendo di meno», dato che le tecnologie dell’industria 4.0 permettono di aumentare la produzione a fronte di un notevole risparmio di tempo, forza lavoro ed energie.
Gli effetti della transizione 4.0 sul mercato del lavoro
L’impatto dell’industria 4.0 sul mercato del lavoro è un tema ancora dibattuto, e tra gli economisti e gli esperti di nuove tecnologie si fanno strada pareri discordanti riguardo le figure professionali che potrebbero scomparire nei prossimi anni, o quanto meno essere costrette ad acquisire nuove competenze tecnologiche.
Ciononostante, si pensa che i lavoratori impiegati nell’area amministrativa e nella produzione saranno maggiormente interessati dalla riduzione del personale. L’industria 4.0 favorirebbe, tuttavia, la creazione di moltissimi nuovi posti di lavoro, che compenserebbero almeno in parte quelli persi nelle suddette aree: tra i professionisti più richiesti si troverebbero ingegneri, esperti d’informatica, consulenti finanziari e operai altamente specializzati nella manutenzione e gestione di macchinari di nuova generazione. Parlando più nello specifico degli operai, si ritiene che il loro lavoro perderà le caratteristiche che gli sono state attribuite per secoli, fino a divenire un’attività orientata all’analisi e alla risoluzione di problematiche mediante il ragionamento scientifico e la padronanza degli strumenti tecnologici più avveniristici.
Industria 4.0 in Italia
Il piano aveva l’obiettivo di stimolare gli investimenti privati in ricerca e sviluppo di tecnologie per l’industria 4.0, e si componeva di una serie d’incentivi fiscali e sostegno verso le società di venture capital, senza però trascurare investimenti in banda larga e il potenziamento dell’offerta formativa di scuola e università in ambito tech. Complessivamente, le risorse stanziate dal governo Renzi per il triennio 2018-2020 erano pari a 10 miliardi di euro.
Dal 2016 a oggi il piano per l’industria 4.0 (che a partire dal 2020 ha assunto il nome di piano per la Transizione 4.0) ha subito alcune modifiche. I cambiamenti più recenti sono stati disposti con l’approvazione della Legge di Bilancio 2022.
Fonte: Money.it