Se si vuole raggiungere la tanto agognata parità di genere si deve porre fine alla violenza economica che molte donne subiscono ogni giorno in famigli
Se si vuole raggiungere la tanto agognata parità di genere si deve porre fine alla violenza economica che molte donne subiscono ogni giorno in famiglia, sul lavoro, ma anche nella loro vita sociale. Secondo i dati forniti da Dire, l’associazione che raccoglie oltre 80 centri anti-violenza in tutta Italia, il 34% delle donne che vengono accolte nei centri sono vittime di violenza economica. Una percentuale elevatissima che prescinde dal reddito, dalla classe sociale di appartenenza e dall’età.
Per combattere la violenza economica sulle donne c’è un’unica via: migliorare il grado di alfabetizzazione finanziaria. Ed è questo uno degli obiettivi perseguiti dal progetto D2 – Donne al Quadrato portato avanti da Global Thinking Foundation. Si tratta di un percorso didattico che si articola in lezioni frontali e online affiancate da azioni di mentorship e che vede coinvolte oltre 45 volontarie certificate AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari). “Le docenti, forti della loro esperienza, offrono le loro conoscenze e competenze gratuitamente e in tutta Italia, a beneficio di altre donne che vivono un momento di difficoltà legato alla crisi economica, che affrontano situazioni familiari complesse, che vogliono assumere un ruolo da protagoniste consapevoli rispetto alle proprie scelte di vita, che desiderano rimettersi in gioco sul piano professionale”, spiega Global Thinking Foundation in una nota.
L’impatto sociale determinato dal percorso Donne al Quadrato è stato misurato per il secondo anno consecutivo, in collaborazione con ALTIS, l’Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso un questionario somministrato alle partecipanti ai corsi nell’anno 2020/2021 in due momenti: all’inizio del corso e a pochi mesi dalla conclusione dello stesso. Ebbene, in base ai dati, il benessere finanziario delle partecipanti ai corsi è cresciuto del 3,1% e le conoscenze del 5%: l’aspetto il cui punteggio rileva una crescita maggiore è quello comportamentale relativo alla scelta informata dei prodotti (+0,68), seguito da quello attitudinale della propensione al debito consapevole (+0,58), dalla padronanza della materia economico-finanziaria (+0,52) e dalla fiducia nelle proprie capacità di gestione del denaro (+0,44). “In particolare, salta all’occhio la diminuzione del punteggio relativo alla preoccupazione nei confronti della situazione economico-finanziaria futura: le partecipanti sembrano dimostrare un aumento dello stato di apprensione rispetto alle proprie possibilità economiche, come la capacità di risparmio, la possibilità di ottemperare i debiti contratti o la possibile perdita di lavoro, probabilmente causato anche dalla pandemia”, commenta la fondazione.
Infine, in relazione alla situazione lavorativa, i corsi che rilevano un cambiamento maggiore per le categorie di lavoratori più precarie: dipendenti con contratto a tempo determinato, disoccupati/e in cerca di lavoro e pensionati/e.
Claudia Segre, Presidente Global Thinking Foundation, dichiara: “L’esito positivo della misurazione di impatto sociale sui corsi di educazione finanziaria diffusi attraverso incontri mirati su tutto il territorio nazionale ci rafforza in un impegno continuativo e lungimirante per un rafforzamento delle competenze nel nostro Paese”.
Fonte: Firstonline.it