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Banchieri, l’idea di una tassa sulle stock option: l’ultima ipotesi del governo sugli extraprofitti delle banche

Banchieri, l’idea di una tassa sulle stock option: l’ultima ipotesi del governo sugli extraprofitti delle banche

Il tesoretto delle entrate fiscali vale 125 miliardi per i prossimi 3 anni e faciliterà parecchio il lavoro di Giorgetti. Il governo continua però a s

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Il tesoretto delle entrate fiscali vale 125 miliardi per i prossimi 3 anni e faciliterà parecchio il lavoro di Giorgetti. Il governo continua però a studiare il contributo straordinario delle banche.

Il tesoretto delle entrate fiscali esiste eccome, vale 125 miliardi nei prossimi tre anni, e faciliterà parecchio il lavoro del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, soprattutto nel 2027, ultimo anno della legislatura. Nonostante il boom del gettito, il governo continua comunque a studiare il contributo straordinario da parte delle banche e delle imprese che hanno fatto alti profitti, anche per dare una connotazione politica alla manovra.
Sul tavolo della trattativa informale con le banche il Mef ha messo anche l’ipotesi di una tassa sulle stock options dei dirigenti. Un prelievo che difficilmente potrebbe essere limitato solo ai banchieri, e che comunque darebbe un gettito modesto.

Aumentano le entrate

Mentre le entrate volano: dopo un incremento di 29 miliardi nel ‘24, a legislazione vigente il gettito crescerebbe nel ‘25 di altri 50 miliardi, poi di 35 nel ‘26 e 11 nel ‘27. Grazie alle maggiori entrate e alle minori spese per il Superbonus, che passeranno dal 5,4 all’1% del Pil, e senza immaginare altri interventi, il risanamento dei conti sarebbe automatico e rapidissimo, con il deficit che già nel 2025 scenderebbe sotto al 3% del Pil, per piombare allo 0,8% nel 2028. Fissando obiettivi programmatici per il deficit più alti (il 3,3% nel ‘25 poi giù, ma non oltre il 2,3% nel 2028) Giorgetti ha dunque guadagnato una cinquantina di miliardi da spendere da qui al 2027, anno nel quale, con 20 miliardi disponibili, si profila la manovra meno pesante del quinquennio coperto dal Piano strutturale di Bilancio.

Come investirle

Le risorse recuperate serviranno a rendere strutturale il taglio del cuneo e degli sgravi Irpef e a finanziare nuove misure, anche se nel ‘25 bisognerà comunque immaginare qualche nuovo taglio (ieri la premier ha invitato i ministri a stringere la cinghia), se non nuove entrate. Tra le misure più probabili c’è la riduzione delle spese fiscali, come i bonus sulle ristrutturazioni e le agevolazioni fiscali sui carburanti ed energia.

 

di Mario Sensini
Fonte: Corriere della Sera

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