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Intesa Sanpaolo, utili in crescita a 7,2 miliardi (+17%) nei nove mesi. Il target dei profitti 2025 alzato a 9 miliardi

Intesa Sanpaolo, utili in crescita a 7,2 miliardi (+17%) nei nove mesi. Il target dei profitti 2025 alzato a 9 miliardi

Nel periodo i ricavi sono saliti dell’ 8,5% rispetto ai nove mesi del 2023, con interessi netti in crescita del 11,5%, commissioni nette del 7,9% e ri

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Nel periodo i ricavi sono saliti dell’ 8,5% rispetto ai nove mesi del 2023, con interessi netti in crescita del 11,5%, commissioni nette del 7,9% e risultato dell’attività assicurativa del 2,8%. Il ceo Carlo Messina: siamo leader europei e non abbiamo bisogno di acquisizioni

 

Il taglio dei tassi Bce non frena la redditività di Intesa Sanpaolo. Il gruppo chiude i nove mesi con un utile netto a 7,2 miliardi di euro (+17,1% rispetto allo stesso periodo del 2023) e prevede di superare quota 8,5 miliardi nell’intero anno, tenendo conto delle azioni gestionali del quarto trimestre.

Insieme ai risultati, giovedì 31 ottobre il cda di Intesa ha deliberato la distribuzione di 17 centesimi di euro per azione, al lordo delle ritenute di legge, come acconto dividendi a valere sui risultati del 2024. L’acconto dividendi verrà messo in pagamento il 20 novembre 2024 (con stacco cedole il 18 novembre. Nel complesso, sottolinea la banca, è previsto un «significativo ritorno cash» per i soci: 5 miliardi di euro i dividendi maturati nei nove mesi (che si aggiungono al buyback pari a 1,7 miliardi di euro concluso a ottobre 2024), di cui 3 miliardi in distribuzione come acconto dividendi a novembre. In borsa il titolo sale dello 0,80% a 3,98 euro.

L’aumento del target di utile 2025

Intesa ha inoltre alzato l’obiettivo dei profitti per il 2025, come sottolineato dal ceo Carlo Messina: «l’obiettivo di utile netto per l’esercizio 2025 è stato aumentato a circa 9 miliardi di euro, grazie all’elevato potenziale della nostra banca di sviluppare la redditività in via organica». In precedenza l’asticella era stata fissata a oltre 8,5 miliardi.

 

L’andamento del conto economico

ricavi sono saliti dell’ 8,5% rispetto ai primi nove mesi del 2023, con interessi netti in crescita del 11,5%, commissioni nette del 7,9% e risultato dell’attività assicurativa del 2,8%. L’indice cost/income si è attestato al 39,1%, «tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee», spiega la nota della banca.

«I risultati dei primi nove mesi del 2024 confermano Intesa Sanpaolo leader a livello europeo: il valore di borsa raggiunto ci colloca nello stesso raggruppamento di Bnp Paribas e Santander, banche con una dimensione di bilancio ben superiore alla nostra», ha spiegato Messina. « Intesa Sanpaolo ha sviluppato un modello unico in Europa per la consolidata leadership delle sue divisioni al servizio di famiglie e imprese, la significativa componente del wealth management, protection and advisory, la gestione delle attività internazionali improntata all’efficienza, l’offerta digitale tecnologicamente avanzata, la condizione di Banca Zero Npl e un profilo Esg di grande rilievo a livello internazionale», ha aggiunto il banchiere.

 

Qualità dell’attivo e patrimonio

In termini di qualità dell’attivo, il costo del rischio annualizzato si è attestato a 25 centesimi di punto, con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’ 1,1% al netto delle rettifiche di valore e al 2,2% al lordo, con un livello di copertura medio al 50,8% (69,7% per le sole sofferenze). Nello specifico, l’esposizione verso la Russia è in ulteriore riduzione, diminuita di oltre l’ 87% (circa 3,2 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,1% dei crediti a clientela complessivi del gruppo, e i crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2.

Robusta la dotazione di capitale del gruppo: al 30 settembre, deducendo dal capitale i 5 miliardi di dividendi maturati, il Common Equity Tier 1 è risultato pari al 13,9%, senza considerare circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive, di cui circa 20 nell’orizzonte compreso tra il quarto trimestre 2024 e il 2025.

 

Gli obiettivi della banca

«I nostri punti di forza – rappresentati dall’elevata redditività, la sostenibilità dei risultati, la solidità patrimoniale e il basso profilo di rischio – ci permettono di svolgere un ruolo unico in Italia a favore dell’economia reale e sociale», ha aggiunto Messina. «Nei primi nove mesi del 2024 le erogazioni a medio e lungo termine a favore delle famiglie e delle imprese italiane hanno superato i 30 miliardi di euro. Le risorse destinate alle nostre persone che lavorano in Italia superano i 4 miliardi di euro. Al 30 settembre 2024 i dividendi cash già maturati sono pari a 5 miliardi di euro, il 40% di questa cifra è destinato alle famiglie italiane e alle fondazioni azioniste. Nei primi nove mesi del 2024 le imposte per Intesa Sanpaolo sono pari a 4,6 miliardi di euro, in crescita di 700 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2023», ha concluso il banchiere.

 

I progetti di m&a

Durante la conference call di presentazione dei risultati Messina si è soffermato anche sulle ipotesi di m&a, escludendo per il momento operazioni straordinarie: «Generiamo sinergie significative facendo leva sul potenziale interno, senza bisogno di acquisizioni». In questo modo, ha sottolineato il consigliere delegatoIntesa si risparmierà anche «i rischi di esecuzione, l’assorbimento di tempo del management e i ritardi tecnologici legati all’integrazione dei sistemi delle realtà acquisite, specialmente quelle grandi».

 

Gli effetti dei ribassi dei tassi

Quanto alle prospettive future, Messina ha chiarito che «il contesto relativo ai tassi di interesse è in evoluzione, ma che la banca potrà affrontarlo con successo grazie alla significativa diversificazione del nostro business model e al risparmio che ci affidano famiglie e imprese che al 30 settembre 2024 ammonta a circa 1.400 miliardi, in crescita di oltre 135 miliardi dal 30 settembre 2023′. «Siamo i primi nell’Eurozona per crescita dei ricavi e nel rapporto tra commissioni e attività assicurativa rispetto al totale dei ricavi», ha concluso.

di Luca Gualtieri

Fonte: Milano Finanza

 

 

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