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Generazione Z tra gaming, influencer e criptovalute

L'indagine di Bitpanda: i videogiochi prima fonte di intrattenimento con un'industria che vale 162 miliardi

Generazione Z tra gaming, influencer e criptovalute

Il lavoro in ufficio in giacca e cravatta sembra appartenere a un’altra epoca per la Generazione Z. Nonostante i punti di separazione generazionali

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Il lavoro in ufficio in giacca e cravatta sembra appartenere a un’altra epoca per la Generazione Z. Nonostante i punti di separazione generazionali non siano una scienza esatta, il 1997 è stato scelto come primo anno di nascita degli Zoomers, che comprendono i nati fino al 2010. Si tratta quindi della generazione che oggi ancora si forma andando a scuola, ma che anche inizia a entrare nel mondo del lavoro e, come emerge da un’indagine condotta da Bitpanda, piattaforma di investimento leader in Europa e primo unicorno austriaco, ne scardina i canoni tradizionali.

E non solo quelli del lavoro. L’indagine infatti, rivolta ad analizzare le abitudini finanziarie della Gen-Z, target di riferimento di Bitpanda, ha evidenziato come i nuovi giovani stanno delineando il proprio futuro economico, attraverso tre tendenze principali: l’industria del gaming, la cultura degli influencer e gli investimenti in criptovalute.

“La Gen-Z si sta spostando in maniera autonoma nel mondo degli investimenti e anche noi abbiamo deciso di abbracciare appieno a questo scenario. In Bitpanda, infatti, il 25% degli utenti sono Zoomer – ha spiegato Orlando Merone, Country Manager di Bitpanda in Italia – un numero indicativo di un vero e proprio cambiamento culturale”.

Quello che contraddistingue questa generazione immersa nel digitale è il desiderio lasciare il segno, di più rispetto ai loro predecessori, i cosiddetti Millennials (o generazione Y) nati tra il 1980 e il 1994.

Determinati e pronti ad affrontare qualsiasi avversità per trovare spazio nel  sempre più competitivo mercato del lavoro, gli zoomers sono anche spesso riusciti a trasformare i propri interessi in lavori remunerati.

Il gaming 

Il mondo dei videogiochi è arrivato a essere una delle principali fonti di intrattenimento, superando anche quello del cinema: si stima, infatti, un valore di circa 162 miliardi di dollari secondo Mordor Intelligence. L’87% degli appartenenti alla Gen-Z utilizza i videogame, un numero in crescita rispetto ai Millennials.

Servizi di streaming ad alta tecnologia come Twitch, sponsorizzazioni sul web e attrezzature per PC sono diventate un viatico per trasformare la forma ludica in qualcosa di redditizio. Le celebrità non sono più soltanto stelle del cinema o della musica, ma anche gli streamer di Twitch.

Gli influencer 

I millennial hanno dominato lo spazio della creazione di contenuti basati sulle immagini e i video, come accaduto con Instagram e YouTube, ma gli equilibri sono già mutati. Grazie alla rapida ascesa di TikTok, la Gen-Z sta dando filo da torcere agli analisti di mercato. Cantare (anche in playback), danzare, mostrare le abilità di make-up sono attività ben remunerate, grazie alle sponsorizzazioni e collaborazioni con alcune delle più grandi aziende del settore.

Gli investimenti

L’immagine dell’investitore con la valigetta risulta obsoleta. Adesso lo scenario è dominato dalla Gen-Z, che ha trovato un modo più agevole per entrare nello spaccato finanziario. Il crescente peso degli investitori più giovani e fai-da-te è stato sottolineato a gennaio, quando il trading frenetico delle azioni del rivenditore di videogiochi americano GameStop era arrivato a dominare Wall Street. Testimonianza concreta del potere del web, in particolar modo di social e Reddit, fonti predilette dalla Gen-Z.

Sempre più giovani si affidano a webinar e sessioni su Zoom per apprendere nozioni finanziarie da appena diciottenni. Una cultura dell’auto-insegnamento ha creato una schiera di nuovi esperti e professionisti, pronti a mettere sul campo le conoscenze acquisite e investire. In questo scenario rientra anche il boom delle criptovalute, diventate sempre più “Gen-Z friendly” grazie ai meme diffusi in rete.

Fonte: Huffington.it

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