Parlare con la propria navicella spaziale e fare una video-call dallo spazio. Non è fantascienza, ma il sistema Callisto, che integra all’interno dell
Parlare con la propria navicella spaziale e fare una video-call dallo spazio. Non è fantascienza, ma il sistema Callisto, che integra all’interno della navicella Orion, quella che porterà “il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna”, l’intelligenza artificiale Alexa e la piattaforma di comunicazione Webex. Amazon e Cisco si uniscono così a Lockheed Martin, l’azienda che sta realizzando Orion, per rendere ancora più automatizzata l’interazione tra gli astronauti e il veicolo spaziale. L’integrazione di tali sistemi aiuterà, inoltre, a tradurre in simultanea diverse lingue, facilitando il dialogo tra astronauti di Paesi diversi. Come spiegato dal vicepresidente esecutivo di Cisco, Jeetu Patel, al Washington post: “Il sistema fa in modo che la distanza non diventi una barriera affinché persone possano collaborare quando c’è qualcosa che va storto”. Il primo test di Callisto avverrà nel corso della missione Artemis I, senza equipaggio, che dovrà verificare il funzionamento del progetto.
UNA VIDEO-CALL DALLO SPAZIO
Orion sarà dotata anche di schermi per ospitare la piattaforma di comunicazione e teleconferenze di Cisco, Webex. Conosciuta dai più nel corso della pandemia per comunicazioni audio-video per parlarsi da una parte all’altra del mondo in tempo reale, Webex permetterà agli astronauti di condividere informazioni critiche con il Centro di controllo missione a Terra. L’integrazione di tale sistema darà la possibilità all’equipaggio di rimanere anche più connesso con le proprie famiglie facilitando molto le comunicazioni rispetto al passato. Un modo per sentirsi meno isolati nella vastità dello spazio e che consentirà di alleviare il peso psicologico che missioni di questo tipo comportano.
CALLISTO
ORION E L’ITALIA
Secondo la Nasa la navicella spaziale Orion di Lockheed Martin dovrebbe atterrare sulla Luna nel 2025. Il veicolo fa parte del programma Artemis che porterà il prossimo uomo e la prima donna sul nostro satellite naturale. L’Italia è tra i protagonisti del programma. Il nostro Paese è infatti tra i firmatari degli Artemis Accords del 2020, ed è stato, inoltre, l’unico Stato europeo a presentarsi con una dichiarazione d’intenti bilaterali con gli Usa specifica sul programma. Al progetto Orion, tra l’altro, ha contribuito anche la joint venture italo-francese Thales Alenia Space, che a ottobre scorso ha annunciato la fine delle attività riguardanti l’integrazione del Modulo di servizio europeo Esm 2 per fornire elettricità, acqua e ossigeno alla navicella Orion. In attesa del lancio di marzo, si stanno effettuando i test finali.