La cybersicurezza, con tutte le sue implicazioni pratiche che si riflettono sulla vita quotidiana delle persone, sta assumendo sempre più rilievo e im
La cybersicurezza, con tutte le sue implicazioni pratiche che si riflettono sulla vita quotidiana delle persone, sta assumendo sempre più rilievo e importanza. La transizione digitale ormai avviata da tempo rappresenta un percorso a senso unico, che ci coinvolge tutti, Silver, Millennials, Generazione Z, seppure con modalità diverse. I recenti eventi, prima la pandemia e successivamente il conflitto russo-ucraino, hanno accelerato questo passaggio verso la digitalizzazione dei sistemi attraverso una maggiore consapevolezza della difesa dagli attacchi informatici, i quali hanno significative ripercussioni sulla stabilità non solo sociale dei Paesi, ma anche economica e politica.
Una collaborazione ritenuta essenziale da Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, il quale, intervenendo a “Itasec22”, sesta Conferenza Italiana sulla Cybersecurity, ha ribadito che nella cybersicurezza “il privato ha un ruolo imprescindibile” e che “se vogliamo costruire un Paese in cui il pubblico riacquisti una funzione non ci si può che mettere in correlazione con il privato, in un rapporto di correttezza e trasparenza. Va costruito un rapporto sano con il privato, che in questo settore assume un ruolo decisivo”.
È chiaro che per andare con decisione in questa direzione, oltre che sostenere una crescita tecnologica costante e innovativa, si dovrà lavorare sulla cultura di queste relazioni. Perché storicamente, come noto, questo rapporto è sempre mediato da pregiudizi cognitivi da entrambe le parti, con la conseguenza di un rapporto mai paritario e sempre difensivo o formale.
Ruolo chiave può essere assunto da professionisti e manager della security che, negli anni, hanno avuto l’opportunità di impegnarsi in più esperienze, prima nelle istituzioni e successivamente nel privato. Questa famiglia professionale, ormai molto ricca di eccellenze anche in Italia, ha permeato il tessuto commerciale, imprenditoriale e manageriale delle aziende e può essere quel giusto “interprete culturale” o “metamotore” per una stretta collaborazione pubblico-privato.
In questa prospettiva occorre impegnarsi anche sul fronte caldo della disinformazione e delle fake news, che alterano la comunicazione creando false visioni dei problemi e della realtà e intervenire, soprattutto, per evitare che la troppa obsolescenza che esiste attualmente nei sistemi ICT influisca negativamente sulla tenuta operativa dei sistemi. La riduzione del budget a disposizione voluta per limitare i costi è diventata, purtroppo, un problema serio di sicurezza cibernetica.
“Tutti, dagli enti locali ai governi nazionali, fino alle imprese devono collaborare per creare ecosistemi sempre più resilienti” ha sostenuto, in una recente intervista, Tal Goldstein, capo delle strategie al Centre for Cybersecurity del World Economic Forum di Davos.
Fonte: Formiche.net