Davanti alle attività destabilizzanti di Russia e Cina nel Mediterraneo allargato, l’Italia rappresenta “un partner naturale” per gli Stati Uniti. A s
Davanti alle attività destabilizzanti di Russia e Cina nel Mediterraneo allargato, l’Italia rappresenta “un partner naturale” per gli Stati Uniti. A scriverlo sono Kiron Skinner, visiting fellow presso The Heritage Foundation e già a capo del Policy Planning al dipartimento di Stato americano durante l’amministrazione Trump, Marco Dreosto, senatore italiano della Lega e membro della commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama, e Marco Gombacci, consulente di politica estera e difesa e professore associato all’Università europea di Valencia.
In un articolo su RealClearWorld definiscono il Canale di Sicilia un “choke point con un alto valore strategico per l’intera comunità transatlantica”, punto di congiunzione delle principali rotte marittime che collegano le aree oceaniche orientali e occidentali. Ma c’è anche l’underwater, ricordano citando gasdotti e cavi sottomarini. Infine, i flussi migratori.
Qui può entrare in gioco l’Italia con il nuovo governo presieduto da Giorgia Meloni, con il presidente del Consiglio e i ministri che hanno già visitato le aree di crisi in tutta la regione. “Mentre quasi tutta l’Europa rimane concentrata sull’Ucraina, l’Italia sembra pronta ad assumersi maggiori responsabilità per la sicurezza del Mediterraneo. Inoltre, partecipando a varie iniziative della Nato e dell’Unione europea, Roma può promuovere la cooperazione e la condivisione degli oneri tra i Paesi partner”, scrivono.
Fonte: Le Formiche.net