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I diversi cambiamenti di politica economica promessi da Donald Trump nella campagna elettorale cominciano a imporsi con determinazione a livello mondiale, trovando quella giusta applicazione. Il nuovo Presidente non perde tempo e tira dritto per la sua strada, delineando quella strategia economica che può portare gli Stati Uniti d’America a interpretare un nuovo ruolo nello scacchiere mondiale. A cominciare dai rapporti con gli altri Stati che devono obbligatoriamente essere ripensati per rilanciare l’America.
Donald Trump sceglie la strada del protezionismo perché è convinto che può salvare l’economia americana (l’aspetto più concreto che ha convinto gli americani quando hanno scelto il nuovo inquilino della Casa Bianca). È un interessante capovolgimento delle strategie economiche adottate da Barack Obama che smuovono positivamente i mercati mondiali dal giorno della vittoria di Donald Trump. Il nuovo Presidente boccia senza mezzi termini il Ttip (Transatlantic trade and investment partnership) con l’Europa e il Nafta (North american free trade agreement), minacciato dalla proposta di penalizzare le compagnie Usa che delocalizzano in Messico. La sua azione continua e consolida le posizioni con la ferma volontà del ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal Wto (World trade organization).
Ambiente, economia nazionale, commercio, ruolo mondiale dell’America sono i primi punti della corposa agenda economica di Donald Trump, convinto di proseguire in maniera spedita per conferire un nuovo modello economico agli Stati Uniti. Il cambiamento voluto dagli americani sembra farsi strada con decisione senza accusare battute d’arresto. Le prime iniziative del nuovo Presidente, ampiamente conosciute durante la campagna elettorale, sono state accolte con favore da Wall Street, fortemente influenzata dalle azioni preventivamente programmate dalla Fed: rialzare i tassi d’interesse. La combinazione di questi due provvedimenti porta a un brillante segno positivo delle transazioni finanziarie, legate a quella nuova visione economica che può conferire un ruolo decisamente più influente all’America. È utile ricordare che Donald Trump gioca una partita favorevole con un’economia risanata dalle decisioni adottate da Barack Obama. La crescita del Paese conseguita durante la presidenza del democratico Obama rende più agevole questo cambiamento economico. Donald Trump deve essere comunque molto scrupoloso nei suoi provvedimenti perché i conti dello Stato sono in suo favore; è tassativamente proibito sbagliare soltanto una piccola decisione perché c’è il rischio di vanificare i lunghi otto anni di sacrifici vissuti in prima persona dal popolo americano. Donald Trump è consapevole dello scenario economico nel quale si muove con rapidità e determinazione; appare del tutto evidente che è fondamentale studiare le sue azioni fin nei minimi dettagli per evitare spiacevoli contraccolpi economici negativi all’economia americana.
La decisione della Fed sarà adottata relativamente presto, quasi sicuramente già durante il mese di dicembre. È una richiesta avanzata, secondo quanto emerge dalle minute della riunione del Fomc, il braccio operativo della banca centrale americana riunito già nel mese di novembre, pochi giorni prima del trionfo conquistato da Donald Trump alle elezioni presidenziali 2016. È utile ricordare che questo provvedimento della Fed è comunque influenzato dalle ultime analisi sullo stato di salute dell’economia americana. Se i prossimi dati su PIL e mercato del lavoro – gli ultimi del 2016 – confermano ancora una volta il buono andamento dell’economia Usa, è prevedibile assistere, nella riunione del 13 e 14 dicembre 2016, al secondo rialzo del costo del denaro in ben otto anni.
di Francesco Fravolini