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Germania… crack!!!

Germania… crack!!!

GERMANIA... CRACK!!! La Germania è in ginocchio. Il colosso d'Europa, l'economia che doveva trainare il continente, sta crollando come un castello

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GERMANIA… CRACK!!!

La Germania è in ginocchio.
Il colosso d’Europa, l’economia che doveva trainare il continente, sta crollando come un castello di carte. E nessuno sembra avere il coraggio d’ammetterlo.

I numeri sono impietosi, e raccontano una storia di declino e disperazione. Nel maggio 2024, i fallimenti aziendali hanno toccato quota 19.341 – il livello più alto da otto anni. Un’ecatombe di imprese che chiudono i battenti, lasciando una scia di disoccupazione e famiglie sul lastrico.

Ma questo è solo l’inizio. Nei primi cinque mesi del 2024, i fallimenti sono aumentati del 29% rispetto all’anno precedente. Un’escalation vertiginosa che non accenna a fermarsi. E sapete qual è il dato più sconvolgente? I crediti coinvolti in queste insolvenze ammontano già a 26,1 miliardi di euro. Un aumento del 118% in un solo anno.

L’industria automobilistica, un tempo vanto e simbolo del “made in Germany”, è in caduta libera. Un incremento del 120% nei fallimenti. Il settore dei trasporti e della logistica? Un disastro, con 12,2 casi di insolvenza ogni 10.000 aziende.

Ma il colpo di grazia arriva dal settore immobiliare. Un aumento delle perdite sui crediti del 1.099%. Avete letto bene: millenovantanove percento. È un’apocalisse finanziaria.

E cosa fanno i politici di Berlino e i burocrati di Bruxelles? Parlano di riprese (mediatiche) e di stabilità (fittzia) dell’eurozona. Un mondo parallelo, fatto di statistiche balzane e previsioni ottimistiche (per certi stati…) tirate fuori dal cilindro e veicolate appena sorgono crepe nell’ormai tossica narrazione.

La realtà è ben diversa, ed è sotto gli occhi di tutti. Le banche, quelle stesse banche che fino a ieri elargivano credito a piene mani, oggi chiudono i rubinetti. La stretta creditizia è un cappio al collo delle imprese tedesche, che annaspano in cerca di ossigeno finanziario.

È un circolo vizioso, perverso: più aumentano i fallimenti, più le banche diventano caute. Più sono caute, più aumentano i costi dei finanziamenti. E più questi costi salgono, più le aziende vanno in crisi. Una spirale mortale che sta strangolando l’economia tedesca.

Gli esperti di Coface, l’assicuratore svizzero, non hanno dubbi: il 2024 sarà uno degli anni più costosi degli ultimi due decenni in termini di perdite economiche in Germnaia. E non è un fenomeno passeggero. Questa fase di insolvenze elevate è destinata a durare, a meno di un miracolo economico che nessuno vede all’orizzonte.

Ma il peggio deve ancora venire. L’aumento dei fallimenti porterà inevitabilmente a un incremento dei costi assicurativi sui crediti aziendali. Un altro macigno sulle spalle di imprenditori già allo stremo.

È questa l’Europa che ci hanno promesso? Un continente in ginocchio, schiacciato dal peso della sua stessa burocrazia e miopia politica? La locomotiva tedesca si è fermata, e con essa rischia di deragliare l’intero treno dell’economia europea.

La verità è che il re è nudo. Il mito dell’infallibilità economica tedesca si è infranto contro la dura realtà dei fatti. E noi, popoli d’Europa, ne pagheremo il prezzo. Per anni, forse decenni.

La Germania agonizza, e con essa l’idea stessa di un’Europa unita e prospera. O agiamo ora, con decisione e coraggio, o saremo travolti da un’ondata di fallimenti che non risparmierà nessuno, in questo contesto ha ancora un senso il patto di stabilità?

Marco Pugliese

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