HomeL'analisi di Marco Pugliese

Recensione “Maleducati: Educazione, disinformazione e democrazia in Italia” di Mario Caligiuri

Recensione “Maleducati: Educazione, disinformazione e democrazia in Italia” di Mario Caligiuri

Ho letto il libro del professor  Mario Caligiuri in un fiato.  Ho scritto questa breve Prefazione in un lampo, ho preferito farlo a caldo.  Da docente

5 cose straordinarie che abbiamo scoperto di recente su Leonardo da Vinci
Uncovering hidden cultures in workplaces can help make businesses more inclusive
De “Il Liceo o dello Studio della Luce”

Ho letto il libro del professor  Mario Caligiuri in un fiato.  Ho scritto questa breve Prefazione in un lampo, ho preferito farlo a caldo.  Da docente (e giornalista) sono stato rapito dalla lucidità di Mario, rapito da parole, frasi e capitoli che mi sembrava d’aver in testa da tempo. Pareva come il libro mi leggesse nel pensiero…

Viviamo un periodo segnato da trasformazioni epocali e sfide senza precedenti, il ruolo dell’educazione emerge come faro, una guida per il destino delle nazioni. L’opera di Mario Caligiuri, “Maleducati: Educazione, disinformazione e democrazia in Italia”, s’erge come un monumento alla riflessione critica e all’analisi approfondita dello stato dell’istruzione nel nostro Paese, offrendo al contempo uno sguardo penetrante sulle implicazioni che questo ha per il futuro della nostra democrazia. Chi scrive insegna, quindi non può che “divorare” un testo come quello del professor Caligiuri.

Il titolo stesso, “Maleducati”, è una provocazione che invita il lettore a confrontarsi con una realtà scomoda ma innegabile: l’Italia, patria di una delle più antiche e ricche tradizioni culturali del mondo, si trova oggi ad affrontare una crisi educativa di proporzioni allarmanti. Caligiuri, con la lucidità e il rigore che lo contraddistinguono, guida i lettori attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio del panorama educativo italiano, mostrandoci come la decadenza dell’istruzione sia non solo un sintomo, ma una delle cause principali del declino più ampio che il Paese vive, soffrendone.

Si parte da una premessa fondamentale: la crisi del sistema educativo ha preceduto e in larga misura determinato la crisi economica e democratica dell’Italia. Un fatto innegabile ma poco studiato ed approfondito. Questa tesi, sostenuta con una mole impressionante di dati e analisi storiche, ci costringe a ripensare molte delle narrative dominanti sul declino italiano, ponendo l’accento su un aspetto troppo spesso trascurato nel dibattito pubblico.

Uno dei punti di forza del libro è la sua capacità d’intrecciare l’analisi storica con la critica del presente. Caligiuri ripercorre le tappe fondamentali dell’evoluzione del sistema educativo italiano, dalla Riforma Gentile del 1923 fino alle più recenti riforme degli anni 2000, mostrando come ogni intervento legislativo, pur animato spesso da buone intenzioni, abbia finito per contribuire a un progressivo indebolimento della qualità dell’istruzione. Particolarmente illuminante è l’analisi delle riforme dell’ultimo ventennio, che l’autore descrive come un susseguirsi di interventi spesso contraddittori e privi di una visione organica, più attenti agli aspetti burocratici che alla sostanza dei processi educativi. Un disegno poco riuscito, il Paese soffre culturalmente questo processo poco logico che ha “rivoluzionato” al ribasso l’Italia.

Ma “Maleducati” non si limita a una critica del passato. Al contrario, offre una lettura acuta e spesso impietosa del presente, individuando nella disinformazione l’emergenza educativa e democratica del nostro tempo. Caligiuri argomenta in modo convincente come l’eccesso di informazioni, combinato con un basso livello d’istruzione sostanziale, abbia creato un cortocircuito cognitivo che allontana i cittadini dalla comprensione delle reali dinamiche sociali. Questo fenomeno, che l’autore definisce “società della disinformazione”, rappresenta una minaccia concreta per la democrazia, in quanto mina alla base la capacità dei cittadini di partecipare in modo consapevole alla vita pubblica.

Un altro tema centrale è il rapporto tra educazione e democrazia. Il prof. Caligiuri sottolinea come una democrazia autentica richieda non solo procedure elettorali, ma soprattutto cittadini informati e capaci di pensiero critico. In questo senso, il declino del sistema educativo italiano si configura come un vero e proprio problema di sicurezza nazionale, in quanto indebolisce le fondamenta stesse del nostro sistema democratico.

L’analisi s’estende anche agli aspetti più tecnici e specifici del sistema educativo. Particolarmente incisiva è la sua critica al linguaggio della pedagogia accademica, che l’autore descrive come spesso astruso e autoreferenziale, sintomo di una disciplina che fatica a confrontarsi con le sfide reali del presente. Allo stesso modo, viene messa in luce la questione del merito, troppo spesso sacrificato sull’altare di un malinteso egualitarismo, e il problema della formazione e selezione degli insegnanti, che l’autore identifica come uno dei nodi cruciali per il rilancio del sistema. Il vero nocciolo del sistema malato che ormai attanaglia il nostro Paese.

Ma “Maleducati” non si ferma alla diagnosi. La parte più stimolante è  quella in cui Caligiuri elabora una proposta pedagogica innovativa per il rilancio del sistema educativo italiano. La “pedagogia meridiana” che l’autore delinea non è un astratto modello teorico, ma una visione concreta e operativa che parte dalla valorizzazione delle potenzialità inespresse del Mezzogiorno per ripensare l’intero sistema nazionale. A questa si affianca l’idea di una “pedagogia della nazione”, che mira a riportare l’educazione al centro del dibattito pubblico e dell’agenda politica, facendone il perno di un nuovo progetto di sviluppo per l’Italia. Questo modus di pensiero mi vede completamente in linea con il professore, la cultura italiana, dall’industriale fino all’artistica ha bisogno d’una riorganizzazione a livello pedagogico e soprattutto scolastico.

Ciò che colpisce nell’approccio di Caligiuri è la capacità di coniugare rigore analitico e passione civile, sguardo critico e propositività. Il libro non indulge in facili nostalgie per un passato mitizzato, né si abbandona a sterili lamentazioni. Al contrario, offre una lucida diagnosi dei mali presenti per tracciare possibili vie d’uscita, nella convinzione che un rilancio del sistema educativo sia non solo possibile, ma assolutamente necessario per il futuro del Paese.

Un aspetto particolarmente interessante del libro è l’attenzione che Caligiuri dedica al ruolo delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale nel campo dell’educazione. L’autore non cede né a facili entusiasmi né a sterili allarmismi, ma invita a una riflessione profonda su come queste nuove realtà possano essere integrate in un sistema educativo rinnovato, capace di preparare i giovani alle sfide di un futuro sempre più incerto e complesso.

Troviamo all’interno del testo anche un capitolo dedicato al ruolo degli intellettuali e degli accademici nella società contemporanea. Caligiuri non risparmia critiche al mondo universitario, accusato spesso di autoreferenzialità e di incapacità di incidere realmente sul dibattito pubblico. Allo stesso tempo, però, l’autore riafferma con forza la necessità di un pensiero critico e indipendente, capace di sfidare le narrative dominanti e di proporre visioni alternative per il futuro.

La lettura di questo libro è un’esperienza al tempo stesso illuminante e inquietante. Illuminante perché ci aiuta a comprendere le radici profonde di molti dei problemi che affliggono la società italiana contemporanea. Inquietante perché ci mostra quanto sia grave la situazione e quanto sia urgente intervenire per invertire la rotta.

Ma è anche, e soprattutto, un libro che infonde speranza e che chiama all’azione, l’educazione non è solo una questione di politiche pubbliche o di riforme legislative, ma è un impegno quotidiano che coinvolge tutti noi come cittadini, genitori, insegnanti, studenti. Solo riscoprendo il valore fondamentale dell’istruzione come bene comune e come investimento sul futuro potremo sperare di ricostruire un sistema educativo all’altezza delle sfide del XXI secolo.

In conclusione, “Maleducati” è un libro che non può e non deve lasciare indifferenti. È un invito a riflettere, a discutere, ma soprattutto ad agire. Perché, come ci ricorda l’autore citando Goffredo Fofi, “l’educazione dovrebbe essere il perno di una nuova politica, la sua prima preoccupazione, la sua ragion d’essere”. Mai come oggi, di fronte alle sfide epocali che ci attendono, queste parole suonano come un imperativo morale e civile a cui non possiamo sottrarci.

Il libro di Caligiuri si configura quindi non solo come un’analisi critica dello stato presente, ma come un vero e proprio manifesto per un rinnovamento profondo del sistema educativo e, di conseguenza, della società italiana nel suo complesso. È un’opera che merita di essere letta, discussa e meditata da chiunque abbia a cuore il futuro del nostro Paese. Perché, come ci insegna questo libro, solo attraverso un’educazione di qualità, capace di formare cittadini consapevoli e critici, potremo sperare di costruire una democrazia più solida e un futuro migliore per tutti.

Marco Pugliese

Commenti