Per il popolo del ‘pago con carta, grazie’ arriva nei giorni di Natale un bel regalo dal Parlamento, ma per scartarlo bisognerà aspettare un
Per il popolo del ‘pago con carta, grazie’ arriva nei giorni di Natale un bel regalo dal Parlamento, ma per scartarlo bisognerà aspettare un anno esatto: dal primo gennaio 2023 scatteranno in Italia le multe per negozianti e professionisti che non accettano i pagamenti elettronici. Le sanzioni partono da un minimo di 30 euro, più il 4% del valore della transazione negata. Per rendere l’idea, se in un negozio ci viene rifiutata una transazione con carta da 50 euro l’esercente rischia 32 euro di sanzione (30 di parte fissa più il 4% variabile), ma se ci impedisce di pagare uno scontrino da 5 euro si becca comunque 30 euro di multa.
L’obbligo di avere il pos e di accettare pagamenti con carta non è una novità, anche in Italia. Dal 2014 esiste una legge che vincola negozianti e professionisti a dotarsi di point of sales (pos), ma il legislatore all’epoca mancò di prevedere una sanzione che potesse rendere stringente la decisione. Ed è per questo che a lungo in tanti non hanno garantito il diritto dei consumatori a pagare in base alle proprie volontà o hanno fissato soglie arbitrarie a 5 o 10 euro e così via per limitare le possibilità dei clienti abituati a non avere contanti in tasca.
Nonostante l’allergia di alcuni commercianti verso i pagamenti elettronici (e facilmente tracciabili) le transazioni con carta negli ultimi anni sono incredibilmente aumentate. Nel primo semestre del 2014 Banca d’Italia registrava 657 milioni operazioni di carte di debito sui pos del Paese; sette anni più tardi ne sono state censite 1,6 miliardi: +155% nello stesso periodo di tempo. Anche l’ammontare delle transazioni via pos è schizzato, arrivando a 80 miliardi nel primo semestre del 2021 contro i 40 miliardi della prima metà del 2014.
Nel mezzo c’è stata l’accelerazione tecnologica che ha dato più fiducia nell’innovazione e nei sistemi elettronici, ma una bella spinta è arrivata dall’Unione europea e dalle stesse banche che hanno lavorato insieme per ridurre le commissioni che gravavano sul costo finale di ogni transazione. “In pochi anni è stato fatto un grosso lavoro. Prima molti contratti prevedevano una commissione fissa più una a percentuale, ma oggi molte banche hanno tolto le quote fisse, lasciando solo quelle variabili che possono essere più o meno alte”, spiega Ivano Asaro, direttore dell’osservatorio Innovative payments della School of management del Politecnico di Milano.
Tecnologicamente l’Italia sembra essere ormai pronta a correre. Anzi, dal punto di vista delle infrastrutture è molto avanti rispetto a tanti paesi dell’Unione europea: Bankitalia censisce 3,5 milioni di pos attivi nel Paese e quasi 107 milioni di carte tra debito e credito in circolazione.
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